Che cos’è l’Ordine Francescano Secolare, la sua storia
Che cosè l’OFS!
L’Ordine Francescano Secolare è costituito da cristiani che, per una vocazione specifica, mediante una Professione solenne, si impegnano a vivere il Vangelo alla maniera di S. Francesco, nel proprio stato secolare, osservando una Regola specifica approvata dalla Chiesa. L’Ofs è una delle tre componenti fondamentali della grande Famiglia Francescana che è costituita dai tre Ordini costituiti da San Francesco: il Primo Ordine (i frati), il Secondo Ordine (le religiose contemplative) e il Terzo ordine (i secolari e numerose forme di religiosi e religiose impegnati in attività apostoliche – TOR – che si sono formate dal filone principale dei secolari)
E’ proprio la vocazione quella che distingue, dal punto di vista della motivazione, l’appartenenza al Ofs rispetto ad altre associazioni pie.
I francescani secolari, emettendo, dopo un periodo di formazione e di approfondimento spirituale e culturale, una vera e propria ” professione”, si impegnano a vivere questa vocazione in ogni situazione in cui si trovano sul piano famigliare e lavorativo.
I fratelli e le sorelle dell’Ordine Francescano Secolare cercano la persona vivente e operante di Cristo negli altri Fratelli, nella Chiesa, nella Parola di Dio, nella Liturgia
Annunciano Cristo con la Vita e la Parola; testimoniano nella vita quotidiana i beni futuri: nell’amore della povertà nell’ubbidienza nella purezza di cuore
I Francescani Secolari si impegnano a costruire un mondo più giusto, più evangelico e fraterno accogliendo tutti gli uomini come dono di Dio, lieti di stare alla pari con i più deboli, promuovendo la giustizia. Vivono lo Spirito di San Francesco nel lavoro e nella loro famiglia, in un gioioso cammino di maturazione umana e cristiana con i loro figli.
Portatori di pace sono fiduciosi nell’uomo e gli recano il messaggio della letizia e della speranza.
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STORIA DELL’ORDINE FRANCESCANO SECOLARE
Date Fondamentali :
Anno 1212
Ad Alviano, di ritorno da Roma, Francesco, dopo aver predicato al popolo, promette di dare una regola di vita per coloro che vogliono seguire il suo ideale nel mondo. E’ il primo accenno al Terz’Ordine.
Anno 1221 – Nascita dell’Ordine dei Penitenti
Papa Onorio III approva il Memoriale propositii fratrum et sorum de poenitentia, preparato da San Francesco e dal cardinale Ugolino. E’ considerato come la prima Regola dell’Ordine dei Penitenti francescani detto più tardi Terz’Ordine Francescano (T.O.F.) Ci è pervenuto nella redazione del 1228.
Anno 1289 – San Francesco è riconosciuto istitutore dell’Ordine della Penitenza
Niccolò IV, francescano, dà una nuova Regola ai Fratelli e Sorelle della penitenza; il suo contenuto ripete quasi interamente, in maniera più ordinata, quello del Memoriale propositii. San Francesco è riconosciuto istitutore dell’Ordine della penitenza. Questa Regola, con alcuni accorgimenti apportati specialmente dagli Statuti generali o Costituzioni di Innocenzo XI (1688), è rimasta in vigore per seicento anni.
Anno 1883 – La svolta di Papa Leone XIII
Leone XIII, terziario francescano, volendo imprimere una svolta decisiva in senso cristiano alla società dei suoi tempi, non vide mezzo più adatto allo scopo che il Terz’Ordine Francescano. Pensò perciò di ritoccare la Regola, semplificandola, per proporla a tutti i suoi fedeli. La promulgò, con la costituzione apostolica Misericors Dei Filius, il 25 maggio.
Anno 1957 – Le Costituzioni Generali del Terz’Ordine Francescano
Pio XII, con lettera della Congregazione dei religiosi (25 agosto), promulga le Costituzioni Generali del Terz’Ordine Francescano (TOF). Esse costituiscono quasi una risposta alle richieste di alcuni delegati che al Congresso internazionale celebrato a Roma nel 1950 hanno domandato l’aggiunta di qualche frase alla Regola di Leone XIII per dare al testo quell’aspetto evangelico e sociale che mancava.
Anno 1978 – Nascita dell’Ordine Francescano Secolare
Paolo VI, con la Lettera apostolica Seraphicus Patriarcha del 24 giugno, promulga la nuova Regola che adatta l’Ordine Francescano Secolare (nuova denominazione del TOF) alle esigenze e attese della santa Chiesa nelle mutate condizioni dei tempi. Il lavoro di aggiornamento, iniziato dietro le sollecitazioni e le indicazioni del Concilio Vaticano II, era durato dodici anni.
Anno 1982
Giovanni Paolo II, nell’udienza concessa all’Ordine Francescano Secolare di tutto il mondo, definisce la nuova Regola un autentico tesoro, sintonizzata allo spirito del Concilio Vaticano II e rispondente a quanto la Chiesa attende dai francescani secolari, e raccomanda di studiarla, amarla, viverla.
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Ci impegniamo noi e non gli altri
Unicamente noi e non gli altri.
Ne’ chi sta in alto, né chi sta in basso,
né chi crede, né chi non crede.
Ci impegniamo senza pretendere che altri si impegnino con noi e per proprio conto,
come noi e in altro modo.
Ci impegniamo senza giudicare chi non si impegna,
senza accusare chi non si impegna,
senza condannare chi non si impegna,
senza cercare perché non si impegna,
senza disimpegnarsi perché altri non si impegnano.
Sappiamo di non poter nulla su alcuno né vogliamo forzare la mano ad alcuno,
devoti come siamo
e come intendiamo rimanere al libero movimento di ogni spirito
più che al successo di noi stessi o dei nostri convincimenti.
Il mondo si muove se noi ci muoviamo,
si muta se noi mutiamo,
si fa nuovo se ciascuno si fa nuova creatura,
imbarbarisce se scateniamo la belva che è in ognuno di noi.
L’ordine nuovo incomincia se ciascuno si sforza
di divenire un uomo nuovo.
Noi sappiamo di preciso perché ci impegniamo,
ma non lo vogliamo sapere, almeno in questo momento,
secondo un procedimento ragionato.
Ci impegniamo per trovare un senso alla vita, a questa vita, alla nostra vita,
una ragione che non sia una delle tante ragioni che ben conosciamo,
un utile che non sia una delle solite trappole
generosamente offerte dalla gente pratica.
Si vive una sola volta e non vogliamo essere “giocati”
In nome di nessun piccolo interesse.
Non ci interessa la carriera,
non ci interessa il denaro,
non ci interessa il successo né di noi né delle nostro idee,
non ci interessa passare alla storia.
Abbiamo il cuore giovane che non si interessa del freddo della carta e dei marini;
non ci interessa né l’essere eroi né l’essere traditori davanti agli uomini
se ci costasse la fedeltà a noi stessi.
Ci interessa di perderci per qualche cosa o per qualcuno
che rimarrà anche dopo che noi saremo passati
e che costituisce la ragione del nostro stare insieme.
Ci interessa di portare un destino eterno nel tempo,
di sentirci responsabili di tutto e di tutti,
di avviarci, sia pure attraverso lunghi erramenti,
verso l’Amore,
che ha diffuso un sorriso di poesia sopra ogni creatura.
Ci impegniamo non per riordinare il mondo, non per rifarlo, ma per amarlo.
Per amare anche quello che non possiamo accettare,
anche quello che non è amabile,
anche quello che pare rifiutarsi all’amore,
poiché dietro ogni volto e sotto ogni cuore c’è, insieme ad una grande sete d’amore,
il volto e il cuore dell’Amore.
Ci impegniamo perché noi crediamo all’Amore,
la sola certezza che non teme confronti,
la sola che basta per impegnarci perdutamente.