di Nicoletta Tosti
ACQUAPENDENTE – Una fitta nebbia sovrasta tutta la pianura umbra. Ormai da giorni tutto sembra ingrigito ed appiattito da quella coltre che non accenna minimamente a dissiparsi. Anche il 27 dicembre, la giornata del gemellaggio con le Suore di clausura, ormai programmata e desiderata da tempo, sta diventando una preoccupazione per molti alla fraternità Ofs del Sacro Convento. Affrontare un viaggio in macchina di oltre due ore, per arrivare ad Acquapendente, è una cosa che preoccupa molti…….e poi ……le influenze stagionali, e i contrattempi dell’ultimo momento…. Serpeggia anche un certo nervosismo e questa mattina sembra proprio che ad Acquapendente non ci si debba andare!
Ma, sebbene in ritardo, la comitiva riesce a partire. Tra nebbia, autovelox, errori di tragitto e qualche…. provvidenziale Rosario, il gruppo si ricompatta al “pit stop” di Orvieto dove, con un certo sollievo, verifichiamo che tutto sta procedendo bene: siamo in 28….e quindi nessuno ha sbagliato strada, i bambini stanno dormendo in macchina e tutti gli adulti godono di buona salute. Poi ,un buon caffè fa il resto!
Quando la carovana si rimette in movimento e inizia ad affrontare le curve della strada in collina, qualche raggio di sole comincia a fare capolino timidamente…..
Ma, arrivati ad Acquapendente, non vi dico che spettacolo! Un cielo limpidissimo ed un sole splendente illuminano, di colpo, una giornata che sembrava votata irrimediabilmente al grigiore. Tutte le cose ed anche i nostri volti, sembrano più luminosi. Nello scendere dalle nostre automobili, un tepore inatteso sembra che ci avvolga e ci dia il benvenuto. Qualche minuto di attesa prima che si apra il portone del Monastero e in molti approfittiamo per sgranchire le gambe e per fare quella rassicurante telefonata a casa, durante la quale senti ripetere immancabilmente “…..non puoi nemmeno immaginare che bel sole abbiamo trovato quassù……” L’incontro con le suore avviene in chiesa.
Sono dietro alla grata, posizionata a destra dell’abside e sfuggono al nostro sguardo diretto; ma già all’inizio della Santa Messa, celebrata dal nostro assistente Padre Alfio, le note di un canto natalizio eseguito dalle suore con una delicatezza quasi celestiale, ci introducono in un’atmosfera particolarmente suggestiva.
La Santa Messa è tutto un susseguirsi di momenti toccanti: dall’omelia del nostro Padre Alfio, che non esita a dichiararsi stupito ed emozionato per quanto sta accadendo, alle parole del nostro ministro Guido che sottolinea le affinità spirituali tra le Clarisse dell’Immacolata e la nostra fraternità consacrata all’Immacolata, nonché il forte legame e anche la complementarietà che esiste e che deve essere valorizzata, tra il primo, il secondo, ed il terzo ordine francescano. Come di consueto, non perde occasione per riflettere sull’immenso amore della Mamma Celeste verso di noi suoi figli e per esprimerLe la gratitudine e l’affetto personale.
Durante la preghiera dei fedeli, Padre Alfio dà spazio alle intenzioni di preghiera spontanea e ciascuno liberamente ha la possibilità di ricordare quanto e quanti tiene nel cuore. Ma sicuramente il momento più emozionante è quello del gemellaggio quando, la Superiora, Madre Monica, legge la pergamena preparata dalle suore stesse, nella quale viene sancito questo “patto spirituale” di legame nell’amicizia e nella preghiera. Poi ciascuno di noi viene chiamato per nome e difronte alla comunità delle suore, riceve, tramite il nostro ministro, il dono delle monache: un attestato personale e una medaglia raffigurante Santa Chiara.
La fraternità ricambia offrendo alle clarisse una medaglia raffigurante San Francesco e un rosone in pietra che, in miniatura, riproduce quello della Basilica superiore di San Francesco in Assisi. L’emozione è palpabile, trasparisce dal volto di ognuno.
Occhi lucidi, sorrisi radiosi, risate improvvise….ma non è facile tradurre in parole e raccontare ai non presenti la forza emotiva di questi momenti… Dopo la solenne Benedizione e una foto di gruppo, lasciamo la chiesa per andare a salutare le suore in parlatorio. Ci accolgono con un sorriso e con una dolcezza che sicuramente nessuno potrà dimenticare.Dopo essersi presentate, le otto giovani monache si ritirano per preparare il nostro pranzo, mentre Madre Monica rimane a parlarci della storia del Monastero. Già dalle prime parole ci si rende conto del privilegio dell’esperienza che si sta vivendo.
Questa comunità è attiva dal 1333 e mai, nessun avvenimento storico (nemmeno la soppressione napoleonica),ha determinato la chiusura del monastero. Questo fatto, che ad un’analisi superficiale, potrebbe apparire quasi scontato, in realtà, se inquadrato nell’ottica della fede, porta a riflettere sui disegni di Dio che, quando sostiene qualcosa, là ha grandi progetti di santità. Alla luce di questo, capisci di non essere capitato per caso in quel luogo e in quel giorno….
Se poi consideriamo che queste suore, in altre occasioni, avevano tentato dei gemellaggi, che poi non erano mai andati a termine, non rimane che mettersi in ascolto per capire cosa può e deve scaturire da questa esperienza, secondo i piani di Dio. La riflessione sul significato del gemellaggio spirituale potrebbe andare avanti all’infinito, perché sicuramente per ciascuno di noi assume sfumature e connotazioni particolari e quindi acquista un valore, anche molto diverso l’uno dall’altro, che ognuno conserverà e coltiverà nel proprio cuore. Madre Monica poi, ha cominciato a raccontarci come la comunità si sostiene economicamente attraverso l’arte del ricamo e questo avrebbe potuto aprire una sequenza interminabile di domande, considerato che alcune di noi della fraternità siamo appassionate di ricamo, ma…il suono di un campanello ci avvisa che il pranzo è pronto nel parlatorio più grande.
Non sto a descrivere ciò che le suore hanno preparato per noi con tanta cura ed amore. Una meraviglia! Grazia ancora alle suore per l’accoglienza e per la tenerezza che ci hanno riservato! Il pranzo è un momento di grande allegria, di scherzi e di battute, ma…non manca un momento commovente quando la fraternità, a sorpresa, consegna una pergamena contenente un messaggio di auguri al ministro Guido che ha festeggiato il compleanno due giorni fa, proprio il giorno di Natale. Come tutte le cose belle anche questa giornata volge al termine rapidamente. Madre Monica, si mette a disposizione per i saluti individuali e dopo brevi colloqui, tutti se ne vanno alla spicciolata. Ci proponiamo come impegno di rimanere uniti nella preghiera e di tornare là ad Acquapendente almeno una volta all’anno, ma a giudicare dai volti delle persone che stanno uscendo, credo che in molti, torneranno là prima, molto prima, del Dicembre 2016!